Castelli dell'Emilia Romagna

Il Castello di Vigoleno…un angolo di Medioevo

In provincia di Piacenza, proprio al confine con Parma, nel comune di Vernasca, si erge su un crinale, a picco sul fiume Parco dello Stirone, uno dei castelli e dei borghi più belli d’ Italia: il castello di Vigoleno.

Fa parte del circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza e ed è tra quelli che ci è pervenuto intatto in tutte le sue parti.

Le sue mura sono scandite da merli ed è circondato da boschi e da campi coltivati a vigne che rendono il panorama davvero incantevole!

Entri nel borgo e avverti la sensazione di trovarti proprio in un angolo di Medioevo. Nella piazza, accanto alla fontana cinquecentesca, spicca la mole del mastio, la cui visita in tutta la sua altezza, inizia proprio all’interno della biglietteria.

Da qui si “affronta” una scalinata molto ripida all’interno di corridoi stretti, è stato questo percorso avventuroso  che ha divertito di più i bambini, che si sono lasciati travolgere da questa atmosfera magica .

Giunti in cima al Mastio il paesaggio si fa spettacolare: ti guardi intorno e vedi “solo” tanta bellezza!

E’ stato emozionante anche attraversare le mura che portano dal Mastio alla torre di fronte!

Osservando il castello, ammirando il paesaggio circostante scolpito dai vigneti, colorato da campi di girasole, incorniciato da un cielo azzurro non possiamo far altro che proseguire il nostro “viaggio” alla scoperta del nostro territorio che ogni volta sà incantarci con la sua bellezza, raccontarci di un passato lontano con le sue meraviglie  e sorprenderci con la ricchezza di luoghi da visitare!

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Pieve di Sasso, Matilde e la leggenda della chiesa “n° 100”

Percorrendo la strada che sale lungo il torrente Enza, attraversando il ponte, (a metà strada tra Canossa e Vetto) che divide il territorio reggiano da quello parmense, ci dirigiamo verso Neviano degli Arduini alla ricerca della Chiesa di Pieve di Sasso.

La troviamo e la chiesa ci accoglie in tutto il suo splendore lì, sulla cima di un piccolo colle.

Cosa ci ha spinto alla ricerca della chiesa di Pieve di Sasso?

Siamo rimasti affascinati da una leggenda che vede protagonista la nostra amata Matilde!

“Narrano le cronache che un giorno a Matilde di Canossa, molto devota e fedele alla chiesa, venne voglia di dir messa. Quelli, però, erano tempi bui e certi desideri alle donne non erano permessi.

Il vescovo di Parma era molto preoccupato per il desiderio della Contessa. Come impedirle di realizzarlo? E’ l’ amica più preziosa che la Chiesa ha in Europa!

Non si è piegata neanche davanti all’Imperatore che, per tre giorni e per tre notti ha fatto umiliare per poter entrare a Canossa.

Al vescovo venne un’ idea geniale: organizzò un incontro con la Contessa e, quando fu davanti a Matilde le disse che era riuscito ad ottenere una dispensa solo per lei, ma ad una condizione da rispettare, prima dovrà costruire cento chiese”.

Qui il tempo sembra essersi fermato … silenzio e tranquillità ti fanno compagnia e sembrano raccontarti le storie di un tempo che fu.

Il vescovo aveva sottovalutato la determinazione di Matilde! Pietra su pietra, altare dopo altare, si dice che le costruì quasi tutte: arrivò a un passo dalla centesima!

Le chiese che Matilde costruì furono 99, ma si racconta che il desiderio di dir messa era, in lei, molto forte e che decise di farlo comunque, senza aspettare la costruizione della chiesa n° 100!

Scelse la Chiesa di Pieve di Sasso per celebrare la sua prima messa ( e c’è chi pensa che fosse proprio questa la chiesa numero 100!) e scelse di farlo la notte di Natale!

Indossò i paramenti e si aviò verso l’altare. Quando fu prossima al sacro Calice, schizzò fuori una grossa serpe. Tutti pensarono che quel fatto fosse il segnale del volere di Dio, che non gradiva che una donna dicesse messa.

CosìMatilde si tolse i paramenti sacri e abbandonò per sempre questo suo desiderio”

…è la natura che parla, sta a noi saperla ascoltarla con attenzione.

In questo nostro viaggio tra storia e leggenda, continuiamo a seguire le tracce di Matilde di Canossa e ogni volta ci lasciamo incantare dalla bellezza e dalle sorprese che questo territorio ci offre e che non smette mai di stupirci!

Seguendo un piccolo e breve sentiero che si trova proprio di fianco al piccolo cimitero , vicino la chiesa, si può ammirare uno splendido paesaggio, comodamente seduti su una panchina!

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Dal Castello di Carpineti… all’ Abbazia di Marola

Lo stesso giorno che abbiamo visitato il Castello di Carpineti, siamo andati a vedere l’ Abbazia di Marola, poco distante da lì ma strettamente legata a quello che avvenne nel 1092 all’ interno della chiesa nella rocca delle Carpinete!

La storia racconta che proprio a Marola vivesse Giovanni l’Eremita, conociuto anche come Giovanni da Marola.

Giovanni era tra i presenti radunati nella Chiesa di Sant’ Andrea, all’ interno della rocca di Carpineti, in occasione dell’ assemblea convocata da Matilde per decidere se continuare la guerra contro Enrico IV o arrendersi.

Giovanni fu l’unico ad incoraggiare Matilde a proseguire la guerra e non rendere vani tutti i sacrifici fatti fino a quel momento in nome del Signore.

Matilde, allora, seguì il consiglio di Giovanni e proseguì la guerra contro Enrico IV che si concluse con la Battaglia di Bianello che vide vincitore l’esercito di Matilde!

Matilde, per dimostrare la sua riconoscenza a Giovanni, fece costruire a Marola una chiesa con adiacente il convento, che poi diventerà un monastero.

“Combattere o arrendersi? (…) -Combatti- continuò lui.- Non esitare, poichè una grande vittoria presto il cielo ti concederà. Sarà un dono di Cristo, reso benigno dalle preghiere di Pietro, e per essa tu ti allieterai.

I presenti rimasero muti, senza sapere che dire.

Matilda andò incontro all’eremita, gli prese le mani tra le proprie, baciò i dorsi rugosi e tremanti e lo ringraziò con le lacrime che le scendevano sulle guance.

-Grazie Giovani, grazie: non sapete quanto vi sono riconoscente. E ora (….) sappiate che davanti a voi e a Dio rinnovo la mia promessa di restare fedelissima a Pietro, fino a che il Signore mi concederà di vivere in questo mondo, e con la vostra benedizione rifiuto la pace avanzata da Enrico l’ usurpatore, e dedicherò tutte le mie forze a vincere questa guerra.”

( da ” Il romanzo di Matilda” di Elisa Guidelli

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Il Castello di Carpineti …”la nuova Roma”

A cavallo delle due valli, quella del Secchia e quella del Tresinaro, ti accoglie, lassù in alto, il Castello di Carpineti!

Il Castello di Carpineti e quello di Sarzano erano le vedette della montagna,e, proprio per la loro posizione avevano una funzione difensiva.

Quando Matilde, nel 1077, decise di ospitare papa Gregorio VII, reduce dall’ incontro di Canossa con l’Imperatore Enrico IV, qui a Carpineti, il castello, proprio per la presenza del papa, fu chiamato anche ” la nuova Roma”.Passeggiare tra i resti del castello e lasciarsi trasportare dall’ immaginazione rende la visita davvero interessante, ma entrare nel mastio, salire fin sulla cima e perdersi in un panorama mozzafiato che ti regala una vista a 360° sul territorio non ha prezzo!Scendendo dal castello ci siamo fermati a visitare la piccola Chiesa di Sant’ Andrea, all’ interno della rocca “delle Carpinete”!Qui l’atmosfera è davvero suggestiva: basta chiudere gli occhi e ti sembra di sentire le voci di coloro che dovevano prendere una grande decisione; ti sembra di avvertire il peso dei pensieri di Matilde…Perchè proprio qui la Grancontessa aveva riunito vescovi, prelati e monaci per decidere se continuare la guerra contro Enrico IV.E’ stata un’ escursione che ci ha affascinato e che ci ha motivato sempre di più a seguire le tracce di Matilde lungo questo nostro territorio così ricco di sorprese e di racconti da custodire nel cuore!Dimenticavo….ad accoglierci, oltre allo spirito di Matilde, che ci accompagna in questa nostra avventura, anche un abitante notturno del Castello….messer Pipistrello!

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Sulle tracce di Matilde di Canossa…Chiesa della Madonna della Battaglia

Si racconta che uno dei più grandi desideri di Matilde di Canossa, molto religiosa, amica e protettrice della Chiesa, fosse quello di dire messa.

Allora, come oggi, nella chiesa cristiana, le donne non potevano proprio farlo, ma Matilde non si arrese, chiese il permesso al Papa!

Il Papa, dopo aver pensato più volte a come “uscire” da questa situazione difficile, ebbe un’idea credendo e sperando che Matilde non sarebbe mai riuscita nell’ impresa: disse a Matilde che avrebbe potuto dir messa solo se avesse fatto costruire,prima, ben cento chiese!!!

Matilde era una donna determinata ed accettò “la sfida” e tra le tante chiese che costruì c’è la chiesa che abbiamo visitato oggi.

Alle spalle del Castello di Bianello, a Quattro Castella (RE), nei pressi del monte Giuminia, si trova la Chiesetta della Madonna della Battaglia, fatta costruire da Matilde per ringraziare la Madonna di averla aiutata , con la nebbia, a far fuggire l’esercito di Enrico IV.

La Battaglia di Bianello, nota appunto come la Battaglia della Nebbia, avvenne nell’ ottobre del 1092 tra l’esercito di Matilde di Canossa e quello dell’ Imperatore Enrico IV, a causa del tentativo di Enrico di espugnare la Rocca di Canossa per vendicarsi, dopo il perdono ottenuto dal Papa, dell’umiliazione subita e dell’ alleanza di sua cugina Matilde con il Papa.

Ad ogni passo che facciamo in questa meravigliosa terra conosciamo qualcosa in più di Matilde, ogni luogo ci parla di lei, della sua determinazione, del suo coraggio, della sua devozione.

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In visita al Castello di Bianello…perchè in ognuno di noi si nasconde un cavaliere o una principessa.

Sulle prime colline dell’ Appennino Reggiano il Medioevo ha lasciato traccia di sé, proprio qui, tra i quattro colli ( Monte Vetro, Bianello, Monte Lucio, Monte Zane ) che abbracciano il territorio di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia.

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Su ogni colle un tempo sorgeva un castello ma solo quello di Bianello si è conservato integro fino a noi, raccontandoci storie che vengono da un passato lontano e riportandoci indietro nel tempo a conoscere una delle donne che hanno fatto la storia: Matilde di Canossa.

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Per arrivare al Castello si percorre a piedi un sentiero davvero suggestivo: varcare il cancello d’ ingresso è come entrare in un portale che ti accoglie in un mondo dove un tempo vivevano dame e cavalieri, principi e principesse! Lasci la modernità alle tue spalle e, come per magia, ti ritrovi a vivere nel passato, passo dopo passo.

Il panorama che ti fa compagnia nel corso della passeggiata è davvero mozzafiato, è per questo che lungo il percorso puoi trovare delle panchine, all’ombra, che ti invitano a sederti e a far tesoro del panorama che si apre davanti ai tuoi occhi… una veduta che ti ricorda di rallentare, di mettere in stand by i pensieri e che ti prepara alla visita del castello!

 

Qui visse Matilde, qui soggiornarono papi e principi; qui ospitò Enrico IV penitente; qui nel 1111 ricevette Enrico V, reduce dall’incoronazione a Roma e fu da lui proclamata Vicaria Imperiale in italia.

Nel corso degli anni il castello ha subito diverse trasformazioni ed è passato a diversi proprietari, ne sono testimonianza, al suo interno, gli elementi di arredo e quelli architettonici…ma il bello è proprio questo:ogni particolare racconta una storia, una storia fatta di forza, di amori, di passioni, di vita.

La visita guidata (http://www.bianello.it/)  è stata davvero molto bella, la nostra guida, Michelle, ci ha raccontato la storia del castello e le curiosità (che non sto qui a raccontarvi perché meritano di essere ascoltate all’interno del loro contesto!) con una grande professionalità riuscendo a catturare l’ attenzione anche dei bambini (e non è cosa da poco!!!!), che sono stati in silenzio ad ascoltare, affascinati dalle storie che trovavano riscontro in tutto ciò che li circondava.

 

Sicuramente ciò che li ha più incuriositi è stata la storia del fantasma della “Signora in verde”. Ebbene sì, come ogni castello che si rispetti, anche quello di Bianello ha il suo fantasma, una dama, dall’identità sconosciuta che ha amato talmente tanto questo castello da volerlo proteggere e non più lasciare. In questa stanza, nel 2010 un testimone oculare scattò una foto e dalla foto vide, riflesso nello specchio, il profilo di una donna “con i capelli scuri, raccolti, un vestito verde,giallo e bordeaux di stoffa pesante”.

E così abbiamo passato un’ altra domenica a spasso per l’ Emilia, per questo territorio che è la nostra casa e che ogni giorno ci riserva grandi sorprese: oggi abbiamo imparato che “Chiunque visita un castello ne diventa custode per sempre”!

 

 

 

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A spasso per…..Frassinoro

Questa mattina, grazie ai nostri figli, entrambi sbandieratori con la Contrada Monticelli di Quattrocastella (RE), abbiamo avuto l’occasione giusta per visitare Frassinoro, un comune in provincia di Modena che, in occasione del corteo matildico, ha invitato i Musici e Sbandieratori ad esibirsi nelle strade del paese.

Frassinoro è il più alto comune capoluogo in Emilia Romagna, sede di un’importante manifestazione storica: la Settimana Matildica, ogni anno nel mese di luglio.

Matteo adora andare a cavallo o sugli asinelli…ed oggi, visitare così il paese, è stata una grande gioia

Nell’attesa di vedere esibirsi i ragazzi, Matteo, il piccolo ha avuto il piacere di passeggiare per il paese insieme ad un nuovo compagno di viaggio, un asinello e questo grazie a https://www.asinidireggioemilia.it/ che offre ai bambini questa opportunità e non solo! A Reggio Emilia sono molto conosciuti per le loro iniziative, hanno reso asinabile la città, e noi li adoriamo!

Davide e la sua grande passione

Matilde di Canossa, signora di terre che si estendevano dal Lago di Garda al Lazio, ha lasciato molti segni nel territorio modenese, tra questi l’Abbazia di Frassinoro fondata nel 1071.

Non siamo riusciti a visitare l’abbazia, ma abbiamo passeggiato per il paese al ritmo del rullo di tamburi, al suono delle chiarine che annunciavano l’esibizione degli sbandieratori che con la loro classe hanno colorato il cielo del paese dei colori della contrada.

Lui è l’allenatore dei nostri bambini …. spettacolare!

Tante le persone che hanno assistito allo spettacolo, incantati dalle bandiere che volteggiavano nell’aria tra lanci e acrobazie…in un attimo siamo stati tutti catapultati nel Medioevo, come sospesi tra sogno e realtà!

L’aria era frizzantina e gustare la polenta fritta ci ha fatto per un po’ dimenticare il caldo afoso della nostra pianura !

I momenti che piacciono a noi …. food street
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Big Bench – Panchina Gigante Rossa, Monte Fosola (RE)

Domenica abbiamo ripreso le nostre uscite estive “a spasso per l’Emilia” ed abbiamo inaugurato questa nuova estate partendo da un luogo magico, dove si torna tutti un po’ bambini e dove i bambini non smettono mai di sognare!

Siamo stati a Monte Fosola, tra Carpineti e Felina, nel comune di Castelnuovo Monti (RE)! Il posto che abbiamo visitato è raggiungibile facilmente in macchina fino ad un piccolo parcheggio.
Per raggiungerla seguite le indicazioni per Carpineti a Felina.

L’itinerario ha inizio in località Felina, da qui si sale in macchina attraverso Le Tegge e Palareto, percorrendo una strada non asfaltata che porta ad un piccolo parcheggio in un prato, lasciate lì la macchina.

Dal parcheggio si percorre a piedi un piccolo sentiero, un po’ ripido ma praticabile che porta, come per magia, ad una Big Bench, esattamente la numero 58!

Lo stupore negli occhi dei nostri bambini ,nel trovarsi davanti un’ enorme panchina su cui salire ed ammirare, ad occhi spalancati, un paesaggio mozzafiato, era indescrivibile!

Ma cos’è esattamente una Big Bench?

Non è solo una semplice panchina gigante, ma fa parte del progetto del Big Bench Community Project ( bigbenchcommunityproject) , un’iniziativa no profit promossa dal designer americano, Chris Bangles, e da sua moglie, Catherine, due professionisti in cerca di libertà che, dal 2009, si sono trasferiti in Italia, a Clavesana, in provincia di Cuneo.

Il nome di Chris Bangles , non è sconosciuto, ma è legato al mondo del designe automobilistico, a lui dobbiamo alcuni dei modelli più famosi del marchio BMW.

Il progetto delle panchine giganti nasce da una nobile intenzione: “prendersi una pausa dalla vita frenetica di ogni giorno, sedersi e vedere le cose da una prospettiva nuova, diversa, più fresca.

Quasi come tornare bambini con i piedi a penzoloni che non toccano a terra e un senso di stupore perenne”.

La prima panchina gigante venne installata nel 2010 proprio vicino alla casa dei coniugi Bangles, nella borgata di Gorrea di Clavesana.

Da quel momento le Big Banch, dai mille colori, si sono diffuse in molti luoghi, dando nuova vita a piccoli posti tutti da scoprire!

Il progetto che da qui ha inizio vuole sostenere, nei luoghi in cui le panchine verranno costruite, le comunità locali, il turismo, le eccellenze artigianali: le attività del BBCP (Big Banch Community Project), a carattere esclusivo, senza fini di lucro, prevedono sia il supporto tecnico sia la collaborazione con l’artigianato locale!

E così abbimo seguito il consiglio di Chris e Catherine: ci siamo presi una pausa dalla vita frenetica di ogni giorno e ci siamo seduti con le gambe a penzoloni per oseervare il mondo da una nuova prospettiva!

“Sedersi su una panchina è un gesto sociale piacevole. Le panchine sono fatte per rilassarsi” (Chris Bangles)

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Da Borghetto sul Mincio pedalando verso Peschiera del Garda

Questa ciclabile la ricorderò per sempre, è stata il banco di prova per i nostri bambini: hanno pedalato immersi in un paesaggio mozzafiato per ben 28 chilometri totali fra andata e ritorno!

Sarà che i nostri bambini hanno imparato prima a pedalare poi a camminare, sarà che dall’età di tre anni li abbiamo sempre portati in strada in bici, insegnando loro il rispetto per gli altri e per se stessi, l’educazione in strada e il rispetto delle regole, a cominciare dalla regola più importante: indossare il casco prima di salire in bici! Sarà che ci piacciono tanto le giornate low cost fatte di panini, bici e sole!

Abbiamo scelto di partire da Borghetto sul Mincio( https://siviaggia.it/borghi/a-borghetto-sul-mincio-un-tuffo-nel-medioevo/183437/ ) , un borgo tra i più belli d’Italia, per arrivare a Peschiera del Garda (https://siviaggia.it/idee-di-viaggio/cosa-vedere-una-giornata-peschiera-del-garda/194058/), il tutto attraverso una ciclabile che si è rivelata comoda, bella e a portata di bambini.

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Siamo partiti dal parcheggio di Borghetto sul Mincio, prima del ponte: la ciclabile si trova proprio di fianco al parcheggio, e da qui ci siamo immersi in un paesaggio che ci ha lasciato senza parole, catturando la nostra attenzione e permettendoci di godere di uno spettacolo unico.

 

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Durante il percorso ci siamo fermati a mangiare i nostri panini…peccato che non ci siano piazzole attrezzate in cui fermarsi tranquillamente a riposarsi o a mangiare!

 

Peschiera ci ha accolto in tutta il suo splendore e ci siamo lasciati cullare da un paesaggio che ci ha fatto dimenticare la strada percorsa….che avremmo poi dovuto rifare per tornare alla macchina!

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E’ stata una giornata indimenticabile, ma soprattutto non scorderò mai la soddisfazione negli occhi dei miei figli per aver portato a termine un percorso così lungo e, soprattutto per il più piccolo, così impegnativo!

 

 

 

 

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Parco Avventura Cerwood

A spasso per l’Emilia vuol dire anche alla scoperta delle meraviglie che ci riserva il nostro Appennino, e questa mattina abbiamo portato  i bambini al Parco Avventura Cerwood! Abbiamo pensato a questa meta perché vogliamo che prendano dimestichezza con i percorsi attrezzati in vista della ripresa delle nostre escursioni…vie ferrate comprese!

Il Parco Avventura Cerwood si trova nel Parco Nazionale dell’ Appennino Tosco- Emiliano, è il primo Parco Avventura nato in Emilia Romagna, l’accesso al parco è gratuito, si pagano solo le attività che si vogliono fare.

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Ci sono 27 percorsi diversi, 7 per bambini, 14 per ragazzi e adulti e 6 percorsi pratica, per divertirsi camminando  sospesi in aria in totale sicurezza!( http://www.cerwood.it )

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Davide e Matteo si sono divertiti un mondo a camminare tra gli alberi, ma soprattutto il fatto di mettersi alla prova cercando di superare gli ostacoli e la “paura”  dell’altezza li ha resi soddisfatti e felici e desiderosi di provare percorsi più difficili…ma per quelli devono aspettare un’altra estate!